Nel campus della Società Fraunhofer (Fraunhofer Gesellschaft) a Stoccarda è stato compiuto un grande passo avanti verso il futuro, più precisamente verso il futuro del lavoro.

Il 20 giugno 2012 è stata ufficialmente inaugurata con le dovute celebrazioni la Haus der Wissensarbeit dell'Istituto per le risorse umane e l’organizzazione (Institut für Arbeitsforschung und Organisation /IAO) del Fraunhofer Institut.
Qui l'aspirazione ad un'attività di ricerca internazionale al massimo livello si fonde con una visionaria concezione architettonica.

Lo studio di architetti olandese UN Studio, a cui si deve già il pluripremiato progetto del Museo Benz, è riuscito a creare, in stretta e intensa collaborazione con gli "ideatori del dopodomani" dell'istituto Fraunhofer, un'avanguardista pietra miliare dell'architettura di uffici. Un sito che permette di vedere e vivere già oggi la realtà del futuro.

Già esternamente l'impianto si presenta come un vero emblema. Amorfa e con facciata metallica di un bianco lucente, la costruzione alla testa del complesso, che ricorda un disegno stilizzato, svetta all'estremità sud-ovest del campus dando l'impressione di scaturire letteralmente dal terreno.

I lati della struttura sono uno diverso dall'altro e le file di finestre, aprendosi e chiudendosi con fluenti movimenti, sembrano avvolgere la facciata con un profilo dentellato, tagliando in due l'omogeneità del tutto. All'austerità e all'ordine rigido dell'architettura di uffici convenzionale, l'architetto Ben van Berkel contrappone un

linguaggio formale organico e vitale che già da lontano suggerisce che qui tutto è in flusso: l'architettura, i processi interni e le idee degli scienziati. A rendere possibile questa architettura avanguardista è un rivoluzionario processo di progettazione che prevede l'abbozzo e lo sviluppo dell'intero edificio nello spazio tridimensionale.

Il progetto però non solo convince sul piano della forma ma, in modo esemplare, cerca anche di dare delle risposte soddisfacenti ai quesiti più importanti del nostro tempo adottando un ruolo pionieristico per quanto riguarda aspetti quali protezione ambientale e sostenibilità. Su una superficie utile di 32.000 m², distribuiti su cinque piani, le ricercatrici e i ricercatori hanno il piacere di poter lavorare in uno degli edifici più sostenibili esistenti in Germania.

Certificata secondo i criteri dell'U.S Green Building Council (certificato LEED) e della Deutsche Gesellschaft für nachhaltiges Bauen (società tedesca per un'edilizia sostenibile), alla "Haus der Wissensarbeit" è stato assegnato, tra i primi edifici in Germania, un attributo in oro.

Un simile riconoscimento si deve soprattutto ad una perfetta interazione tra un sistema per lo sfruttamento dell'energia geotermica, un’intelligente gestione della facciata, un'automazione onnicomprensiva dell'edificio e un design illuminotecnico particolarmente finalizzato ad ottimizzare l'efficienza energetica.

Per questo centrale, quasi scultoreo elemento del complesso, i designer della luce TRILUX hanno sviluppato un progetto illuminotecnico in grado di fornire una soluzione individuale e specifica al sito. Per poter reagire ai diversi livelli di altezza e situazioni di illuminazione all'interno dell'atrio, TRILUX ha preso esempio dalla natura.

Come uno stormo di uccelli si adatta subito e perfettamente ad un ambiente complesso e in continuo cambiamento, così l'intensità della luce e il numero degli apparecchi impiegati diminuiscono o aumentano a seconda delle esigenze. Al contrario degli schemi rigidi dei normali edifici adibiti ad uffici, questo tipo di progetto garantisce un'atmosfera luminosa ad alta valenza emotiva e architettonica in questa speciale configurazione spaziale."

La progettazione è stata veramente una sfida impegnativa, dato che da una parte si trattava di trovare un'idea per la straordinaria architettura e dall'altra c'era da realizzare un sistema illuminotecnico che tenesse conto di una pianificazione integrata e sostenibile. Un progetto architettonico così individuale come questo di Ben

 

van Berkel richiedeva una soluzione di illuminazione altrettanto individuale!", spiega Sabine Brunner, Creative & Brand Manager alla TRILUX. "Per poter supportare in modo adeguato in chiave illuminotecnica un'idea di spazio innovativa come questa, abbiamo concepito soluzioni creative arrivando anche a sviluppare dei nuovi apparecchi".

In questo contesto si sono affermate delle idee nuove e alternative producendo soluzioni individuali e specifiche al caso applicativo invece di schemi rigidi e sistemi di illuminazione inflessibili. In questo senso, si è deciso di rinunciare ad un'irradiazione notturna dell'edificio dall'esterno. Un simile passo si deve non solo alla consapevolezza di un palese spreco di risorse – anche se questo sarebbe già bastato a giustificarlo – ma anche all'idea che un edificio possa interagire e "comunicare" anche di notte con l'ambiente ad esso circostante.

Esso si "accende" quindi dall'interno, rende leggibili i processi che lo animano e l'utilizzo che se ne fa, conferendo una plasticità e profondità ancora maggiori alla costruzione, indipendentemente dall'incidenza della luce del sole.


Informazioni relative al progetto

  • Appaltatore:
    Fraunhofer Gesellschaft, München
  • Architetti:
    UN Studio, Amsterdam / ASPLAN, Kaiserslautern
  • Location:
    Stuttgart, Deutschland