I raggi di sole che investono il verde di una canopea, un cielo azzurro e terso a mezzogiorno, la luce dorata di una giornata d'autunno. Tutti noi conosciamo queste situazioni luminose "archetipiche" che accompagnano e lasciano traccia sull'umanità da circa 300.000 anni. Il progetto "NatürLicht" (luce naturale), sponsorizzato da TRILUX, si propone di favorire una migliore comprensione delle esigenze e sensazioni a ciò legate e di permetterne uno sfruttamento in un'ottica di Human Centric Lighting (HCL).

 

 

Riproduzione più gradevole possibile degli archetipi

Quale effetto ha la luce del sole su di noi, quali situazioni luminose archetipiche e correlazioni cronobiologiche esistono? Alla ricerca di una risposta precisa a queste domande, nel quadro del progetto "NatürLicht", TRILUX ha voluto fare esperienza diretta, precisamente in Vestfalia, nel museo all'aperto Gut Loh-Hof situato tra le città di Soest e Hamm. L'idea era quella di far soggiornare e lavorare insieme il team del progetto  per quattro giorni, completamente senza luce artificiale. Ogni singolo aveva il compito di osservarsi con grande esattezza per poter stabilire come le situazioni luminose naturali, a seconda del momento e del contesto riescano a suscitare dinamiche e stati di umore diversi. Come centrale stazione iniziale, il team costruì una struttura a cupola trasparente di circa 30 m2 con possibilità di sedersi e lavorare. Per il pernottamento si usarono invece tende private. Durante la giornata il programma prevedeva un misto di compiti singoli, workshop da condividere e anche tempo libero. Per queste attività i partecipanti, oltre alla struttura a cupola, potevano anche scegliere altri posti nella natura. I risultati furono documentati in diari personali e questionari strutturati e poi analizzati dal gruppo riunito in discussione.

Nel quadro del progetto, il team identificò e prese in esame una serie di situazioni luminose naturali archetipiche, come ad esempio la tranquillizzante atmosfera che crea la luce al di sotto degli alberi verdi di una canopea investita dal sole. Ma come si possono riprodurre nel modo più naturale possibile effetti come questi affidandosi all'illuminazione artificiale? Per rispondere a questa domanda, al posto di una parte della cupola furono installati degli speciali pannelli luminosi autoilluminanti capaci – in modo simile ad un monitor – di riprodurre non solo colori ma anche immagini concrete. I primi risultati dicono che l'immagine luminosa di una canopea crea sì l'atmosfera desiderata ma le persone coinvolte la percepiscono spesso come "troppo invadente". Decisamente più gradevoli furono giudicate atmosfere luminose astratte, dal carattere "sfumato" che si limitano a riprendere lo schema cromatico. La sua più recente "uscita", la struttura a cupola l'ha avuta in occasione della Professional Lighting Design Convention (PLDC) di Rotterdam dove molti visitatori sfruttarono l'opportunità di sperimentarvi l'effetto di varie atmosfere luminose. Nel semestre invernale 19/20, il progetto viene ulteriormente portato avanti alla Hochschule für angewandte Wissenschaft und Kunst (HAWK) (istituto universitario di scienze e arti applicate) di Hildesheim, sotto l'egida del Dipl-Ing. Norbert Wasserfurth-Grzybowski.

 

Foto: NATÜRLICHT